Da anni si discute dell’impatto del fumo sui terrazzi. Il piano del governo è di vietarlo definitivamente

La nuova legge equiparerà le sigarette elettroniche al tabacco tradizionale. Terrazze, fermate degli autobus, campus universitari, centri educativi, impianti sportivi e veicoli di lavoro potrebbero presto diventare zone totalmente smoke-free. È questa l’intenzione del Ministero della Salute italiano, che sta lavorando a una riforma della normativa antifumo per “proteggere la salute pubblica” e “denormalizzare il consumo di tabacco” negli spazi condivisi. L’iniziativa rientra in una strategia più ampia per ridurre l’impatto del fumo, responsabile, secondo i dati ministeriali, del 30% dei casi di tumore.

Un impegno rimandato da anni

L’idea non è nuova, ma finora non era mai stata concretizzata. Già nel 2021 era stata avanzata una proposta simile, che includeva anche un aumento delle accise sul tabacco e una regolamentazione più severa dello svapo. Quel piano, elaborato su indicazione di società scientifiche e mediche, era rimasto bloccato per anni, finché l’attuale ministro della Salute non lo ha ripreso in mano.

Il consenso sociale è cambiato

L’ipotesi di vietare il fumo nelle aree all’aperto dei locali era molto controversa quando fu proposta inizialmente, ma oggi i dati sull’opinione pubblica mostrano un cambio di tendenza. Un sondaggio condotto nel 2022 dalla Società Italiana di Medicina Generale (SIMG) rilevava che il 72% degli italiani sarebbe favorevole all’estensione degli spazi smoke-free, inclusa una parte dei fumatori. Pur senza citare dati specifici, il Ministero sottolinea che le misure proposte “sono sostenute dalla maggioranza dei cittadini”.

Nuovi dispositivi, stesse regole

Uno degli aspetti più rilevanti della riforma è l’equiparazione normativa tra sigarette tradizionali, sigarette elettroniche e dispositivi a tabacco riscaldato. In pratica, questi prodotti saranno soggetti alle stesse restrizioni nei luoghi pubblici, senza eccezioni. Il testo è già stato inviato all’Unione Europea per la valutazione preliminare, come previsto dalla procedura.

La sfida: trasformare la bozza in legge

Al momento, la riforma è in fase di elaborazione e dovrà superare diversi passaggi: l’approvazione in Consiglio dei Ministri, poi l’iter parlamentare, dove sarà necessario il sostegno di altre forze politiche. Molto potrebbe cambiare durante il percorso, ma il Ministero insiste sulla necessità di accelerare i tempi.

Una strategia nazionale verso il 2030

La lotta al tabagismo rientra in un piano più ampio, condiviso con l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC): l’obiettivo è “avere la prima generazione di giovani italiani liberi dal tabacco entro il 2030”. Per raggiungerlo, oltre a estendere le aree smoke-free, il Ministero intende:

  • Promuovere il packaging neutro per i prodotti del tabacco

  • Finanziare terapie antifumo attraverso il Servizio Sanitario Nazionale

  • Rendere più difficile l’accesso dei giovani al tabacco

Non solo salute fisica: anche equità e tutela dei più vulnerabili

L’esposizione al fumo passivo non colpisce tutti allo stesso modo. Il Ministero punta l’attenzione sui gruppi più vulnerabili, come minori e donne in gravidanza, e propone la riforma con un’ottica di equità sociale. Tutti, sostiene, hanno il diritto di vivere in ambienti salubri e di non essere esposti involontariamente al fumo.

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