Il governo vuole che i produttori di salviettine umidificate monouso e palloncini si assumano i costi di pulizia dei rifiuti prodotti, compresi gli incidenti causati dalle salviettine alle infrastrutture fognarie e di depurazione, poiché possono provocare ostruzioni nelle fognature. Tale obbligo è contenuto nella bozza del decreto che regola la gestione dei rifiuti delle salviette umidificate e dei palloncini, pubblicato dal Ministero della Transizione Ecologica e aperto alla consultazione pubblica.
Salviette umidificate e palloncini sotto accusa: nuove norme anti-inquinamento in arrivo
Il documento, che si applica alle salviettine umidificate monouso e ai palloncini contenenti plastica e monouso immessi sul mercato, mira a “prevenire e ridurre al minimo” l’impatto causato da questo tipo di rifiuti, “in particolare quelli derivanti dalla loro perdita, abbandono o smaltimento inadeguato”.
Il Ministero avverte che, non essendo completamente biodegradabili, le salviette ostruiscono il sistema fognario, aumentando il rischio di allagamenti, soprattutto in caso di piogge intense, mentre i palloncini inquinano le spiagge e causano gravi danni alla fauna marina. La novità principale è che saranno i produttori di salviettine e palloncini a dover sostenere i costi della gestione dei rifiuti, secondo il principio “chi inquina paga”.
Ciò include i costi di pulizia dei rifiuti dispersi generati dalle salviette umidificate o dai palloncini, compresi quelli delle infrastrutture di fognatura e depurazione, nonché il loro successivo trasporto e trattamento; le misure di sensibilizzazione su questi prodotti e le analisi economiche o tecniche sulla prevenzione, il recupero e l’impatto sull’ambiente.
Verrebbero fissati importi pluriennali per i produttori
Il decreto stabilisce che, “al fine di ridurre al minimo i costi amministrativi”, potranno essere fissati quantitativi pluriennali “adeguati”. Inoltre, i costi saranno stabiliti in funzione di ciascuna tipologia di salviette e palloncini, al fine di promuovere decisioni di progettazione con un minore impatto ambientale.
Infatti, i produttori con una quota di mercato annuale superiore al 2,5% dovranno elaborare e attuare piani aziendali di prevenzione e di progettazione ecocompatibile, al fine di ridurre il contenuto di plastica in tali prodotti e il loro abbandono come rifiuti dispersi. Il documento vieta espressamente lo smaltimento delle salviette umidificate attraverso il WC e il rilascio “intenzionale” di palloncini nell’ambiente.
Esclusioni dalla normativa
Sono esclusi da questa normativa le salviette umidificate per uso industriale o professionale, come quelle mediche o sanitarie, e i palloncini per usi e applicazioni industriali o professionali che non sono distribuiti ai consumatori, come i palloncini ad aria calda o meteorologici.
Secondo stime del settore, la presenza di salviettine nelle infrastrutture di depurazione aumenta i costi tra il 10% e il 15%, con un sovraccosto annuale stimato di milioni di euro. Ciò si traduce in un aumento del costo per cittadino, il che implica che l’onere economico “ricade in modo significativo sui consumatori, e anche su coloro che non sono consumatori diretti di tali prodotti, invece di essere sostenuto dai produttori stessi”, come riportato nella relazione sull’analisi dell’impatto normativo del progetto.