Quando ha ricevuto l’inaspettato accredito, la prima cosa che ha fatto la donna è stata effettuare 66 bonifici a familiari e acquistare diversi beni. Di solito diamo per scontato che, quando controlliamo il saldo del nostro conto bancario, i numeri riflettano correttamente ciò che abbiamo versato e speso. Che tutto quadri. Perché se così non fosse, lo spavento sarebbe notevole, poiché potremmo essere stati vittime di una truffa. E non sarebbe il primo a ricevere una sorpresa tremenda entrando nel proprio conto bancario online e vedendo qualcosa di totalmente inaspettato.
Dal ‘dono di Dio’ all’arresto: la donna che ha speso 22 milioni di euro per sbaglio
Infatti, per quanto i sistemi bancari dispongano di rigorosi protocolli di sicurezza, alla fine dietro tutto ci sono sempre delle persone. E come qualsiasi essere umano, possono commettere errori. A volte, un semplice errore può causare un pasticcio monumentale. Nel peggiore dei casi, qualcuno può vedere scomparire i propri soldi. Ma ci sono anche quelli che, senza aspettarselo, hanno visto apparire migliaia – o milioni – di euro sul proprio conto.
È quello che è successo a una donna argentina, Verónica Acosta, che ha ricevuto per errore un bonifico di 510 milioni di pesos argentini (circa 22 milioni di euro) sul suo conto bancario. La somma stratosferica, che lei pensava fosse un assegno alimentare di 8.000 pesos (6,16 euro), proveniva evidentemente da un errore amministrativo che in seguito si è scoperto essere stato commesso dal governo provinciale di San Luis.
Quando ha ricevuto l’inaspettato accredito, la prima cosa che ha fatto Acosta è stata quella di effettuare ben 66 bonifici a familiari. Inoltre, ha acquistato diversi beni, tra cui un’auto, elettrodomestici e generi alimentari. Secondo la sua dichiarazione, inizialmente pensava di aver ricevuto 500.000 pesos (circa 400 euro) e ha considerato il denaro come un “dono di Dio”.
Come ci si poteva aspettare, la situazione non poteva rimanere così e la donna non poteva tenersi dei soldi che non le appartenevano, quindi quando l’errore è stato scoperto dal tesoriere provinciale, che si è reso conto della situazione, ha sporto denuncia. Di conseguenza, Acosta e cinque suoi familiari sono stati arrestati e accusati di presunta frode ai danni della pubblica amministrazione.
Successivamente, la giustizia ha ordinato la restituzione dei beni acquisiti e ha fissato una cauzione di 30 milioni di pesos argentini (circa 1,37 milioni di euro) per ciascun imputato, con un termine di tre giorni per evitare la custodia cautelare. Tuttavia, le autorità sono riuscite a recuperare oltre il 90% dell’importo trasferito. Parte del denaro è stato restituito volontariamente, mentre il resto è stato bloccato su conti digitali e portafogli virtuali, facilitandone il rintracciamento da parte della procura.
Alla fine, Acosta e i suoi cinque familiari sono stati rilasciati su cauzione, con una garanzia di 30 milioni di pesos argentini (circa 27.700 euro) ciascuno, stabilita dal giudice Antonela Panero. La difesa ha presentato ricorso contro questa misura, sostenendo che gli imputati sono persone umili senza precedenti penali. Il caso è ancora aperto e irrisolto.