Una supertempesta geomagnetica ha colpito la Terra il 10 maggio 2024 dopo una potente eruzione solare. Un fenomeno atmosferico estremo ha lasciato un segno inaspettato nell’atmosfera terrestre, poche settimane dopo che una potente tempesta solare ha provocato una supertempesta geomagnetica senza precedenti. Ricercatori giapponesi e statunitensi hanno confermato che questo evento ha generato alterazioni insolite in una zona poco esplorata della ionosfera terrestre, nota come strato E. L’episodio, avvenuto tra il 10 e l’11 maggio scorso, è stato causato da un’eruzione solare di grande magnitudo che ha scatenato effetti notevoli sull’atmosfera superiore, tra i 90 e i 120 chilometri di altitudine. Per la prima volta, i scienziati dell’Università di Kyushu hanno identificato cambiamenti significativi nei cosiddetti strati E sporadici, sottili regioni ad alta densità ionizzata che sono emerse con intensità durante la fase di recupero della tempesta, secondo quanto riportato da Live Science.
Le conseguenze atmosferiche della tempesta solare
Grazie a una combinazione di dati spaziali e terrestri, tra cui osservazioni del satellite COSMIC-2 e 37 ionosonde distribuite in tutto il mondo, i ricercatori sono riusciti a tracciare l’evoluzione di queste anomalie. Secondo la loro analisi, questi strati sono apparsi inizialmente alle latitudini polari e si sono progressivamente estesi verso l’equatore, una caratteristica che suggerisce l’influenza di venti neutri alterati nella regione E.
Gli effetti sono stati particolarmente evidenti sul Sud-Est asiatico, l’Australia, il Pacifico meridionale e il Pacifico orientale. La magnitudo della tempesta, con un indice Dst inferiore a -400 nT, ha permesso di osservare chiaramente come la ionosfera inferiore possa rispondere a eventi solari estremi, cosa che fino ad ora era stata considerata improbabile in quella specifica zona dell’atmosfera.
Queste alterazioni hanno importanti implicazioni pratiche. Gli strati E sporadici possono disturbare le comunicazioni radio nelle bande HF e VHF, ampiamente utilizzate nella navigazione aerea e marittima. Comprendere come si formano e si comportano questi strati in situazioni di elevata attività solare è fondamentale per anticipare le interruzioni tecnologiche e migliorare la preparazione al clima spaziale.